Arrivo in Hotel intorno alle 23 (le 4 per noi) dopo un lungo viaggio da Milano in ritardo con scalo ultrarapido, praticamente flash a Casablanca. Arrivati puntuali a Rio con Royal maroc air, compagnia non proprio comoda...

L’hotel è il Windsor martinique, un tre stelle nella media, in Copacabana a due passi da Avenida Atlantica n.5.

Rio de janeiro

Oggi sveglia presto, forse ancora un po in botta da fuso e siamo andati subito a fare colazione. Abbondante e salutare.

Abbiamo fatto una passeggiata sulla Avenida Atlantica, tanta gente che corre e spiagge infinite, purtroppo il tempo non è dalla nostra, ci sono tante nuvole e sembra stia per piovere.

Dopo un giro di ricognizione per prelevare torniamo in hotel a valutare cosa fare e nel frattempo arriva il diluvio universale 😒

Decidiamo quindi di visitare il Centro Cultural Banco de Brazil, in zona Centro.

L’esposizione è in un palazzo molto bello e di recente rostrutturazione, molto ben tenuto, con ascensori antichi su cui c’e un persona che tutto il giorno ti porta su e giù.

La mostra (gratuita) è di arte contemporanea, peccato che noi non ne sappiamo cogliere l’essenza 😂

Prendiamo un altro Hubert per andare alla famosa scalinata Seleron posizionata vicino ad una delle favela più povera, Santa Teresa.

Tantissimi turisti, facciamo alcune foto e poi torniamo al nostro Hubert.

Escalador Selaron

Andiamo ad Ipanema a fare pranzo, il tempo continua a non essere dalla nostra, piove fortissimo, tant’è che ci rifugiamo per un po’ in una pasticceria tipica a mangiare dolcetti strani e caffè (brigadeiros e dolcetti al cocco).

Torniamo in hotel e ci riposiamo un po guardando un pezzo di Ciudade de deus.

Intorno alle 20 andiamo a mangiare da Braseiro da Gavea, un posto tipicissimo, conn solo brasiliani in cui la carne fa da padrona

Ci svegliamo ancora con la pioggia, ma non ci abbattiamo. Dopo un’abbondante colazione, prendiamo la metro e andiamo al museo del domani.

Piu che un vero e proprio museo si può considerare come uno spazio interattivo in cui viene descritta la storia dell’universo, lo stato attuale della terra e cosa ne sarà in futuro.

Non possiamo dire di non essere rimasti piCevolmente sorpresi, sia dalla qualità dell’intrattenimento, che dalle nozione passate, senza considerare che essendo martedì, l’ingresso era gratuito.

Usciti dal museo, sembrava che il tempo stesse migliorando e decidiamo cosi di andare verso il Corcovado a prendere il trenino per salire a vedere il Cristo.

La brutta sorpresa è che ricomncia a piovere fortissimo e dobbiamo desistere dirigendoci verso un centro commerciale in zona Bocafogo.

Qui facciamo pranzo in un ristorante tipico della zona in cui si paga il cibo a peso (circa 9reais ogni 100g).

Finito pranzo e mangiato il dolcino in una browneria

Decidiamo di tornare in hotel.

Sono le 4, ha smesso di piovere es è così che viene fuori il nostro animo sportivo e andiamo a correre sulla avenida atlantica in perfetto stile carioca. La facciamo tutta fino in fondo e ritorno (un po piu di 6 km).

La sera andiamo nel famosissimo Rio scenarium, incuriositi da tutte le persone che ce ne hanno parlato.

Effettivamente il posto è molto particolare, una specie di museo, strutturato su tre piani con al piano terra musica dal vivo e pista da ballo

Ci svegliamo un po piu tardi con un bel sole che ci saluta dalla avenida.

Decidiamo quindi di andare al cristo, è la nostra occasione!

Ma anche oggi il destino non ci assiste...dopo la salita di circa 20 minuti sul trenino tipico

Arrivati su ci ritroviamo in mezzo ad una nuvola fantozziana...con un cristo che spunta ogni tanto dalla nebbia

Aspettiamo un paio d’ore sperando che le nuvole spariscano, ma non succede

Al che un po’ mogi, desistiamo e torniamo a terra, dove invece il sole c’è ed è anche caldo.

Torniamo quindi in hotel, mangiamo nel ristorantino di fronte (Nomangue) e ci dirigiamo subito verso il Pao d’azucar

Con la salita con la super tecnologica funivia, arriviamo prima a Morro e dopo al Pan di zucchero, in mezzo a scimmiette

La vista al tramonto anche se un po annuvolata è bellissima e anche il parco intorno è inaspettato. Ci è davvero piaciuto.

Ritorniamo verso le 6 a Copacabana, facciamo una passeggiata fino in hotel e intanto, tra un esercizio e uno shopping, arriviamo in hotel.

Mezz’ora di relax e ripartiamo per Lapa dove mangiamo in un postocino molto carino Cazota, dove mangiamo cose buonissime (un pane all’aglio, un tortino di formaggio, un piatto di carne e patate Lello e io pollo grigliato e asparagi con pancetta).

Dopo cerchiamo un localino dove suonano la samba e nonostante sia una serata di partita, lo troviamo, ma non ci lanciamo ancora nelle danze.

Soddisfatti e stanchi torniamo in hotel, sperando in una nuova giornata meravigliosa.

Ultimo giorno a Rio, ci svegliamo pieni di energie per scoprire la città con il sole.

Dopo colazione andiamo a piedi verso Ipanema, facendo foto stupide qua e la

E incrociando qualche bel murales

Inizialmente il cielo è un po coperto e noi facciamo una lunga passeggiata sulla spiaggia partendo da Abogador, la spiaggetta a meta tra Copacabana e Ipanema, dove si surfa.

Verso le 11 il cielo si apre e vediamo il mare e la spiaggia con i bellissimi colori del Brasile

Il tutto da una scogliera piena di gatti

Ci avviamo verso le strade interne per fare gli ultimi acquisti e andiamo a fare pranzo da Roth, un buffet a peso molto buono che ci fa venire voglia di rubargli l’idea.

È ora di andare verso l’hotel recuperare le valigie e ripartire verso l’aeroporto, scattando ancora qualche foto di Copacabana, che con il sole è proprio bellissima.

Prendiamo l’aereo e dopo aver preso un ultimo Açaí in aeroporto partiamo per Foz de Iguazú, dove ci sono ben 5 gradi!

Arriviamo all’hotel Colonial, un super hotel che però non è attrezzato per il freddo di questi giorni.

Infatti la camera è freddissima, il bagno non ha finestre sigillate e quindi è tutto ghiacciato tant’è che dobbiamo attaccare l’aria condizionata calda.

Mangiamo in hotel, cena normale a base di carne e poi chiediamo info per le escursioni.

L’indomani saremmo andati a vedere le cascate lato brasiliano.

Visto il freddo e non avendo vestitit, prendiamo un uber e andiamo ad un centro commerciale enorme vicino alla città.

Non esistono negozi dk vestitit sportivi quindi ci accontentiamo di due maglie felpate e un paio di jeans economici.

A pezzi e infreddoliti torniamo in hotel e sotto le coperte ci addormentiamo al caldo.

La giornata inizia alle 8, facciamo una troppo abbondante colazione e ci prepariamo a partire per vedere le cascate. Oggi lato brasiliano.

Fa ancora molto freddo e io cerco disperatamente un’altra felpa, ma all’ingresso del parco ancora non la trovo. Prendiamo un bus a due piani e ci facciamo portare alla fermata da cui inizia il percorso a piedi. Il parco è molto bello e ben organizzato, con sentieri ben definiti e non troppo affollato. Li facciamo il nostro primo incontro com i coati, delle specie di incroci tra un orsetto, un armadillo e uno scoiattolo.

Comiciamo a percorrere il sentiero, fa ancora freddo ma si sta scaldando.

Ci ritroviamo di fronte a diversi spettacoli della natura, viste delle innumerevoli cascate, stupende e potenti.

Il sentiero continua verso il basso e ci ritroviamo ad essere praticamente sotto ad una della cascate principali, in mezzo alla vallata, lo spettacolo è mozzafiato, sembra il set di un film stile Jumanji o Jurassic park

Torniamo di nuovo verso la parte alta del sentiero, percorrendo i sentieri ben tracciati ed accompagnati dagli onnipresenti coati

Mangiamo in un bel ristorantino a buffet sulle cascate e ci godiamo il sole che è spuntato, mentre io ho finalmente trovato la felpa che cercavo, quella con il giaguaro

Dopo una passeggiata al sole e altri scorci mozzafiato

Riprendiamo il bus e andiamo verso l’uscita del parco, scaldati e contenti della gita di oggi. Ma ancora non è finita perché decidiamo di andare a visitare il piccolo parco di uccelli di fronte a quello di Iguazu, il parque des Aves.

Il parco è una riserva di uccelli, in cui si prendono cura delle specie in pericolo e rimettono poi in libertà gli esemplari che trovano ristoro qui.

Alcune parti sono libere e gli uccelli non sembra abbiano intenzione di andare via, altre invece sono voliere, quindi enormi reti

Facciamo cosi conoscenza di diversi uccelli, tra cui tantissime tipologie di pappagalli milticolori e tucani, proprio come quelli che si trovano disegnati nei libri

E anche alcuni altri animali un po meno simpatici

Finita anche questa gita, torniamo in hotel. Io faccio un po di esercizi mentre Lello legge(ormai è diventato un super lettore).

Mangiamo in hotel, piatti semplici, finiamo di vedere La citta di dio e andiamo a nanna.

Ci svegliamo alle 6, oggi abbiamo la gita organizzata. A me è venuto un raffreddore potentissimo quindi non ho dormito bene, ma sono comunque carica per la giornata argentina.

Colazione e si parte con il pullmino insieme ad una coppia di italiani, una di francesi, una di brasiliani e una famiglia canadese/cinese.

Andiamo prima a cambiare i soldi in pesos per l’ingresso del parco (600pesos) e poi passiamo le due frontiere.

Arrivati al parco intorno alle 9 e mezza, siamo curisissimi come prima cosa di assaggiare il famoso Mate, che vediamo in mano a tutti quello del posto.

Andiamo quindi in un negozietto dove vendono tutto l’occorrente per realizzarlo, aiutati dalle commesse che un po ironiche ci spiegano come si faccia. Per la modica cifra di circa 10 euro prendiamo: borraccia per mate, mate tradizionale. L’acqua calda la troviamo fuori dal locale. Presi benissimo lo proviamo

Il gusto non è proprio piacevole come il te a cui siamo abituati, anzi...ma non impprta, l’abbiamo provato e ora abbiamo tutto l’occorrente per rifarlo (non succederà mai).

Il parco argentino è molto piu grande con diversi sentieri e un trenino interno per arrivare alla garganta do diablo.

Comiciamo da quello superiore

I sentieri sono composti da passerelle di acciaio che non intaccano troppo l’habitat del parco.

La vista dal cammino superiore è molto bella e rilassante e siamo sempre accompagnati dai nostri amici coati.

Finito il primo giro cominciamo con la visita al passaggio inferiore, in cui vediamo le cascate da sotto.

Facciamo pranzo in un altro ristorante a buffet, non altrettanto buono come quello brasiliano, ma ci riempe comunque la pancia. Dopo pranzo, ci stendiamo sull’erba e ci addormentiamo al sole caldo.

Dopo un’oretta ci riprendiamo per andare di corsa a vedere la garganta con il trenino, il punto più vicino alle cascate.

Arriviamo in ritardo al bus per tornare e ci dimentichiamo anche i pesos per uscire sall’Argentina, ma siamo in vacanza e va cosi.

La sera tornati in hotel stanchi morti e io con qualche linea di febbre, mangiamo al ristorante dell’hotel (buffet di zuppe, gnammi!) e andiamo subito a dormire, con il sottofondo di Non c’e due senza quattro.

Dopo una notte difficile per me (super raffreddata che non riesco a respirare) ci prepariamo ad una giornata di spostamenti.

Lello va a correre nel sentiero dietro l’hotel, io in camera leggo un po e cerco di rimettermi, chiamando anche la farmacia a domicilio per farmi portare l’acetilcisteina.

Verso le 11:30 andiamo verso l’aeroporto per prendere il primo volo che ci porterà a Brasilia e poi il secondo che ci porterà a Sao Luis, inizio della nostra gita del nord.

Arriviamo in aeroporto verso le 19 e prendiamo uber. Il guido ci dice che la zona dove siamo in hotel \240è un po pericolosa e che non ci sono ristoranti.

Arriviamo quindi alla pousada Catarina Mina, lasciamo i bagagli e ci facciamo accompagnare nella zona “sicura” che altro non è che il lungomare, in cui mangiamo in un grazioso posticino Na Praia, dove ci sono tante botteghine per mangiare una specie di street food.

Tornati in hotel ci rendiamo conto che la pousada è per così dire molto minimal, la stanza è composta da letto, sedia e aria condizionata. Il bagno altrettanto basic.

La notte è lunga, io non riesco a dormire per colpa dei rumori che arrivavano da fuori e per il naso chiuso.

Dopo la notte insonne, salvata solo dai tappi nelle orecchie, facciamo colazione un po raffazzonata dal nostro amico della pousada, che cerca di prepararci il poco che ha. Partiamo alle 7 in un pullman turistico insieme a molte persone e ci dirigiamo verso Barreirinhas. Il paesaggio varia da foresta a minuscoli villaggi e tra una dormita e l’altra e una sosta per la seconda colazione, arriviamo alla pousada Do Buriti a Barreirinhas. La pousada è molto bella, una salto di qualità rispetto alla Catarina Mina, abbiamo \240anche un’amaca fuori dalla porta e un bagno gigante.

Pranziamo nel ristorante dell’hotel, che ha anche un laghetto in cui si può pescare e che ospita animali particolari

Alle 14 si riparte per una fantastica avventura: le Lecois Maranenses. Dopo un tragitto di circa un’ora e mezza su una jeep 4x4 aperta, in cui attraversiamo il fiume su una chiatta spinta da un signore su una barchetta e passiamo in mezzo ad una foresta bassa e molto secca

Arriviamo ad una collina con in cima la bandiera del brasile e li capiamo di essere arrivati. Scaliamo la collinetta con una corda e arriviamo su.

Il paesaggio che ci aspetta è qualcosa di incredibile: un paesaggio lunare, dune enormi do sabbia come in un deserto, con laghetti di acqua cristallina tra l’una e l’altra.

Percorriamo le dune e vediamo quelli che chiamano Lago azul, lago bonita e laguna del pesce (un esemplare raro nella foto sopra).

Contenti per il posto paradisiaco dove siamo, facciamo 1000 foto e aspettiamo il tramonto stupendo sulle dune

Torniamo alla nostra jeep aperta e torniamo alla pousada.

La sera vogliamo esplorare un po il posto e decidiamodi andare sul lungo fiume dove ci sono diversi ristorantini e musica dal vivo. Proviamo oBambu,mangiamo un piatto enorme di pesce buonissimo.

Torniamo in pousada stanchi ma felici e dormiamo finalmente benissimo.

Ci svegliamo riposati e carichi per la nuova giornata e per la super colazione in cui ci preparano la tapioca sul momento.

Oggi ci aspetta una gita in barca per tutto il giorno, attraversando il rio Preguica.

Arriviamo con la nostra lancia alle piccole lancois, passando dalla casa delle scimmiette

Questi lencois più piccoli sono contornati da pale eloiche giganti.

E le acque hanno un colore tendente al rosso molto particolare.

Risaliamo sulla nostra lancia e andiamo verso il paesino di Mandacaru, un piccolo villaggio con un faro da cui si vede tutto il panorama, lencois, mare e fiume

Il faro non è molto sicuro, infatti in portoghese stretto la guida ci mette ansia su tutti i possibili pericoli, almeno cosi co sembra di capire. Prendiamo comunque coraggio e facciamo un selfie dall’alto.

Torniamo sulla nostra barca a motore e ci dirigiamo verso Cabure una spiaggia che da una parte ha il fiume e dall’altra l’oceano.

Qui, per soli 12 euro noleggiamo il quad per 30 minuti e giriamo la spiaggia in lungo e in largo, con Lello che fa il pazzo e io che urlo come una pazza.

Super divertiti, lasciamo il quad e andiamo a mangiare alla Cabana de peixe, dove ci portano un pesce alla griglia enorme e buonissimo e tante altre cose.

Intanto un ragazzo intrattiene la capanna con musica tipica.

Finito di pranzare ci riposiamo sulle amache fuori, una vera goduria.

Torniamo presto in pousada e dopo aver mangiato un buonissimo Açaí, andiamo un po in piscina.

Doccia relax e dopo andiamo a cena, questa volta proviamo o Canoa, dove decidiamo di provare le famose aragoste grigliate

Lello è in estasi! 4 aragoste per soli 20 euro.

Prendiamo un altro Açaí perche ci piace troppo e torniamo in hotel felici e contenti.

Ci svegliamo presto pensando che il ritrovo sarebbe stato alle 8, in realtà ci dicono che ci verranno a prendere alle 9:30, cosi ce ne stiamo un po in piscina al sole.

Arriva a prenderci un bel pickup, carica le nostre valigie e partiamo verso Tutoia, passando da una bellissima strada panoramica in cui la foresta diventa prateria e la prateria si trasforma in dune.

Gli animali sono liberi, il paesaggio comunica serenità e libertà con gli uccelli che volano in stormi e le mucche e le capre che pascolano tranquille..

Arriviamo a mangiare alla lagunha, un ristorante su un laghetto.

Dopo pranzo, il viaggio continua. Ci imbarchiamo su una lancia e navighiamo sul Rio Parnaiba, per arrivare al Delta das americas, il punto del fiume che diventa enorme e si dirama in mille fiumi per sfociare nell’oceano Atlantico.

Facciamo una tappa un po’ strana, in cui sguazziamo nel fango, vamminando come fossimo sulle sabbie mobili, per poi ritornare nell’acqua tutti sporchi, cercando di pulirci il fango che si era appiccicato dappertutto. La scena è stata comunque molto divertente.

Dopo arriviamo ad una bellissima duna bianca, un Lençóis che scaliamo e da cui ammiriamo il paesaggio

Dopo questa tappa ripartiamo per vedere i famosi ibis scarlatti e il loro ritrovo per la notte.

Con la barca arriviamo in prossimità di un isolotto molto piccolo con solo alcuni alberi.

Inizialmente vediamo solo 4 ibis, ma con il passare dei minuti, nell’ora del tramonto, centinaia di ibis arrivano da ogni parte in stormi per fermarsi sugli alberi di questo isolotto, occupando tutti i rami disponibili e facendo diventare l’albero quasi tutto rosso

Da qui inizia la navigazione verso Parnaiba.

Alle nostre spalle un tramonto bellissimo.

La navigazione diventa quasi notturna, creando delle luci meravigliose sul fiume

Arriviamo cosi a Parnaiba e poi all’hotel Villa, che sembra un giardino tropicale, con al centro un ruscello, molto bello.

Qui proviamo per cena la famosa torta di granchio, anche se non ci fa impazzire.

Torniamo in hotel, stanchissimi ma anche oggi felici della bellissima giornata.

Dopo una colazione particolare, a base di tapioca e molti altri dolci fatti con questa farina, partiamo per Jericoacoara.

Facciamo alcune tappe lungo il percorso, fatto in pickup:

L’’albero storto

La città costruita tra le rocce con questa scalinata con scritto il Padre Nostro.

E l’attraversamento del fiime su una chiatta.

Arrivati dall’altra parte del fiume, continuiamo la nostra strada sulla sabbia, in un paesaggio surreale, con sabbia, ruscelli e piante secche, un mix di foresta e spiaggia.

Arriviamo a Lagoa grande, una specie di lago trasformato in parco giochi!

Decidiamo di fare la carrucola, mentre aspettiamo che ci cuociano il pesce, scelto da un menu molto veritiero.

Finita questa tappa molto divertente, ripartiamo, fermandoci ancora in un villaggetto di pescatori, costruito tra le mangrovie, in cui sono state messe tantissime altalene a tutte le altezze, che ovviamente non possiamo non provare

Arriviamo cosi a Jericocoara, un paesino di cui ci innamoriamo subito.

Le strade sono di sabbia, gli edifici di legno, tutto colorato, mille bancarelle con caipirinha a 10 reais (2,5 euro), e un tramonto perfetto, con il sound di sottofondo di qualche musica brasiliana

La pousada dove siamo BlueJeri non è bellissima, anzi è vecchia e senza la cura che avevamo trovato nelle altre.

In ogni caso, siamo in un paradiso, quindi non ci diamo troppa importanza.

Andiamo a mangiare in un ristorantino in una vietta interna del paesino, sempre accompagnati da musica dal vivo e dopo un altro Açaí (questa volta comprato in un posto che lo vende all’etto), facciamo ancora una passeggiata sulla spiaggia e andiamo a dormire.

Ci svegliamo con la voglia di vedere tutte le cose possibili.

Ci ferma un tipo simpatico su una dune buggy, dicendoci che ci poteva portare a Lagoa paradiso e lagoa azul, proprio quelle che volevamo vedere noi.

Il prezzo iniziale è un po alto (300reais), ma ci dice che se avesse trovato altre due persone avremmo potuto dividerci la cifra.

Subito non troviamo nessuno e infatti eravamo gia saliti su una 4x4 aperta con altra gente pronti a partire, quando il tipo viene a richiamarci dicendo che aveva trovato un’altra coppia.

La nostra occasione!

La dune buggy è stata divertentissima

Per non parlare dei posti dove siamo stati

Arriviamo alla pousada verso le 15 e dopo un momento di panico per he pensavamo ci avessero rubato dei soldi, andiamo ancora un po in spiaggia a prendere il sole.

Verso le 5 saliamo per la famosa duna da cui guardare il tramonto e anche con hn vento fortissimo, aspettiamo che il sole si nasconda dietro la fine del mare, sempre accompagnati da ottime caipirinha.

Torniamo cosi in hotel insieme ad un mare di persone, come usciti da un concerto.

Ci prepariamo per l’ultima sera a Jericocoara.

Andiamo a mangiare in un ristorantino sulla via principale e dopo andiamo verso la spiaggia che si riempe di bancarelle che fanno ogni genere di drink e di tantissima gente.

Beviamo i nostri cocktail un po troppo dolci sulla spiaggia, guardando la luna e le stelle.

Utlima giornata a Jeri e poi si riparte.

Svegliati presto, siamo andati a fare colazione e poi subito in spiaggia passando dalle bellissime stradine di sabbia con i negozietti colorati

Facciamo qualche bagno, prendiamo il sole, ultimi souvenir e ci tocca tornare in hotel ad aspettare che ci vengano a prendere.

Purtroppo ci fanno aspettare piu di un’ora in reception e io sono arrabbiatissima perche c’era una giornata stupenda e avevamo anche fame. Arriva il ragazzo a prenderci su una macchina una po scassata. Passa a prendere altri due ragazzi italiani e si parte.

Ci fermiamo verso pe 3:30 a mangiare in una specie di autogrill/buffet a chilo e partiamo di nuovo.

Arriviamo a Fortaleza alle 6. La città dai finestrini ci appare più moderna di quanto ci aspettassimo, con tantissimi grattacieli più nuovi di quelli di Rio e un bel lungomare. Il nostro hotel purtroppo è vicino all’aeroporto a circa 6km dal centro quindi no n riusciamo a visitarla.

Arriviamo in hotel. Non siamo stanchi ma un po abbacchiati.

Lello non ha fame, io uscirei. Alla fine restiamo in hotel senza cenare.

Oggi giornata di partenza per Salvador.

Facciamo colazione nella sala dell’hotel, che è una specie di villaggio/resort gigante ma in disuso. Niente di che.

Partiamo per l’aeroporto. Avremmo dovuto dormire già stanotte a Morro, ma il volo è 40 minuti in ritardo e non ce la faremmo a prendere il catanarano. Scopriamo poi che c’era un altro modo per arrivare, ma ormai è tardi. Spostiamo (con mille mail e una chiamata dl receptionist dall’hotel di Fortaleza) la prenotazione per Morro e prenotiamo un hotel a Salvodor, in pieno Pelourinho, il famoso quartiere storico di Salvador con tantissime case colorate.

A Salvador c’è un tempo variabile ma riusciamo comunque a girarla senza prenderci la pioggia.

Arriviamo in hotel con uber. Il guido, un ragazzo giovane, cerca di fregarci allungando la strada e andando pianissimo. Facciamo contestazione a d uber e ci ridanno i soldi spesi in più.

Arriviamo in hote, che è davvero molto bello. In pieno centro, con tarrazzino, una stanza molto curata, il bagno con vasca idromassaggio (non utilizzabile). Ci mettiamo comodi e usciamo.

Per pranzo mangiamo due tapioche in una bancarella, buonissime.

Scendiamo poi al porto per chiedere info e prenotiamo il viaggio per Morro per il giorno dopo.

Gironzoliamo ancora un po per Salvador, che ci piace tantissimo con le sue case colorate, la gente chiassosa, tantissimi di colore, anzi quasi tutti e musica ovunque.

Dopo una birrerta sil nostro terrazzino

Ci prepariamo per andare a cena.

Scegliamo un ristorantino vicino all’hotel.